25 APRILE
2018
Per quanto i ricordi siano impressi
profondamente per antiche emozioni vissute,
pure gli anni che passano li sfumano e quasi li fanno sparire. Ma a
volte bastano solo pochi stimoli per poter riflettere ancora su vecchi
avvenimenti.
Ciò mi accade per molti episodi del passato.
E mi accade anche ad ogni 25 aprile, una ricorrenza che mi vive ancora dentro e
che ogni anno mi rinnova il senso di soddisfazione per la fine
del massacro di quella guerra.
Veramente, l’entusiasmo, l’esaltazione, il
respiro di sentirmi libero li avevo già provati l’otto giugno dell’anno prima,
cioè nel 1944, quando i tedeschi si ritirarono dai miei luoghi, sotto la
pressione delle forze alleate, dopo la rottura del fronte di Cassino e quattro
giorni dopo la liberazione di Roma.
Ora, dentro i ricordi di quei fatti sfocati
dal tempo, provo un po’ di malinconia nel cogliere il naturale affievolimento
dei sentimenti connessi ad un avvenimento storico che fu così significativo da fissarsi
nello spirito del popolo e da caratterizzare
l’avvio della trasformazione del nostro Stato, dallo statuto albertino
alla costituzione repubblicana..
Il sentimento che però si è fatto largo in
me nel corso dei decenni trascorsi è quello di tristezza avvertito sin dal
1946, nel vedere i fascisti che avevano appena smesso la camicia nera
ricollocarsi nei nuovi partiti antifascisti, specialmente dopo l’amnistia
concessa loro da Togliatti. Una tristezza resa più acuta poi, molti anni dopo, nel conoscere le vicende del cosiddetto “armadio della vergogna”.
Un
sentimento che si è fatto amarezza profonda, che non si ricollega però alla
Resistenza, ma alla Liberazione, proprio al termine che definisce la festa del
25 aprile, in quanto dicitura che genera ambiguità.
Infatti la Resistenza è nostra ed è
contrassegnata dal nostro orgoglio, per cui il 25 aprile dovrebbe essere
definita la festa della Resistenza e non della Liberazione, che può intendersi
sia liberazione da parte della nostra Resistenza, sia liberazione da parte
dell’ esercito alleato.
Infatti la Liberazione è il termine passato
più ad indicare l’operazione condotta
dall’esercito alleato che non l’azione
sviluppata da una parte del popolo italiano contro i fascisti e i tedeschi.
Sicché questo modo di considerare i fatti ha consentito di indicare la
liberazione condotta dalla Resistenza come guerra civile combattuta tra due
fazioni. E questo mi fa provare sempre
più amarezza.
Ma la liberazione condotta dagli Alleati
non fu invece occupazione da parte di un esercito non più nemico ma non ancora
e forse mai diventato amico?
Noi
allora non la volevamo vedere così, cioè come occupazione, perché era troppo
grande l’entusiasmo per la libertà riconquistata. Riconquistata, e non regalata!
Ma il dubbio ci serpeggiava sin dai primi tempi, quando ci reclutavano per i
servizi di cooperazione e ci pagavano con le Amlire!
Il dubbio aumentò subito poi con le vicende
del separatismo siciliano, per cui gli isolani vagheggiavano di diventare la
quarantanovesima stella degli USA. sicché il movimento pareva imporsi stranamente anche con la banda Giuliano.
Cosa davvero strana, quella del separatismo.
Strana specialmente per noi di sinistra, che potevamo spiegarci quella realtà con le nostre
idee contrarie a certi discorsi ed a certi avvenimenti, poiché eravamo sempre
più critici nei confronti degli americani e degli inglesi. E in seguito ce lo provarono
le basi militari americane concesse dal Governo, o stabilite dalle condizioni
imposte dal trattato di pace.
Mi sono sempre più convinto che la
liberazione l’avremmo potuta fare noi italiani da soli sin dall’otto settembre
del ’43 se non ci fosse stato il disfacimento del nostro esercito con la fuga
del Re e dei capi militari, cioè se non ci fossero stati due misteri forse collegati
fra loro e che ancora non si riescono a sciogliere: perché il Re riuscì a
fuggire senza essere attaccato dai tedeschi e a giungere incolume a Brindisi?
Come fu liberato o sequestrato Mussolini
sul Gran Sasso, senza che ci fosse stata una pur minima reazione dei suoi
custodi? Davvero non c’è stata alcuna correlazione tra i due avvenimenti?
Ipotesi e misteri che comportano dubbi. Ma
anche tanta, tanta amarezza in chi crede nelle idee che stanno un po’ più su
delle miserie delle vicende umane e, specialmente, delle azioni dei Capi!