mercoledì 25 marzo 2015

                                      PRIMI ATTACCHI AEREI
   Era una giornata bellissima, come erano le giornate di primavera di quegli anni. Come erano stati belli i giorni precedenti, benché turbati da segni di guerra che però a noi sembravano lontani, anche se avevamo vicino depositi di bombe e sopra di noi passavano ogni giorno veloci caccia e lenti stormi di bombardieri quadrimotori che facevano tremare la terra col loro rombo sordo e lontano.
  Quel giorno vidi improvvisamente due caccia angloamericani a bassa quota che da Montorio saettarono sulla strada di Montelibretti, uno dietro l’altro;  prima di Montemaggiore, il primo aereo fece una sventagliata di mitragliatrice: immediatamente io vidi innalzarsi una colonna di fuoco che inghiottì il caccia che lo seguiva e che poi rimase per molto tempo schiantato in mezzo agli olivi di una collina poco lontana dalla strada.
  Evidentemente fu un avvenimento che ci segnò, perché gli alleati scoprirono la zona e le strade in cui i tedeschi tenevano nascosti i depositi di carburante e quelli di dinamite e di proiettili per il fronte di Cassino.
   Dopo qualche giorno, non ricordo se gli ultimi di marzo o i primi di aprile, io e mio fratello stavamo a “Sandunicola” e in quel momento parlavamo con Giggetto Sbrozzi, che vangava il suo campo al di là dalla siepe, a confine con noi.
   Improvvisamente dalla parte di Montorio scesero a bassa quota sopra di noi tre cacciabombardieri, che fecero un giro e poi sempre più a bassa quota ci mitragliarono quasi a falciare.
  Noi corremmo a perdifiato a ficcarci dentro una grotta di pozzolana, dove giunse pure Giggetto, che aveva saltato la siepe. Intanto i cacciabombardieri avevano fatto un altro giro, ma questa volta  sganciarono diversi spezzoni, che, scoppiando, fecero tremare la terra e la grotta.
  Dopo che era finito l’attacco, notammo che due schegge avevano fatto due buchi nelle lamiere di copertura del casaletto e che vari spezzoni erano scoppiati qua e là radendo con le schegge la terra e squarciando i fusti degli olivi. Un grappolo di sei spezzoni invece non era esploso ed era infisso mezzo metro sotto terra.

  Papà cominciò a pensare a……..

Nessun commento:

Posta un commento