venerdì 12 giugno 2015

Il modano è un cannello con cui i pescatori rammagliano le reti.
Per me qui è una metafora del blog in cui m'ingegno di rammagliare le mie memorie per rievocare eventi del passato.
Oltre questo blog, chi lo volesse potrebbe leggere anche gli altri due miei blog:”Poesia e forma.blogspot.com”-- “Echi e richiami.blogspot.com”





                    RADIO  LONDRA E RADIO MOSCA
   Ho vivo il ricordo del fascismo. L’ho vissuto. Al tempo della guerra d’Abissinia e dell’Impero sembravano tutti fascisti, entusiasti dei trionfi del Duce, imposto e visto dalla propaganda come la personificazione del genio italico.
     Nell’animo  molti conservavano però sentimenti antifascisti, anche se si sentivano rovesciare addosso in ogni momento il trionfalismo ducesco. Nascondevano la loro avversione al fascio, perché, come sentivo accennare sommessamente, anche nel nostro paesino c’era qualcuno collegato con l’OVRA, cioè l’organizzazione degli spioni per individuare e condannare gli antifascisti alla galera o al confino. 
    Il podestà, il segretario del fascio, il direttorio, i frequenti cortei, le divise, che andavano da quelle dei figli della lupa a quelle delle camicie nere, i sabato fascista con l’istruzione premilitare, gli inni, le frasi lapidarie del Duce scritte a caratteri enormi sui muri più in vista, e soprattutto le poche radio che sparavano la voce del Duce dai davanzali delle finestre, davano l’idea che l’Italia avesse una sola anima compatta e volontaristica. Sembrava che tutti facessero capo al Duce e che tutti fossero animati dalla sua volontà che si manifestava dai discorsi dal balcone di Piazza Venezia.        Eppure mio fratello, più grande di me di quattro anni, spesso la sera mi portava a sentire Radio Londra ed anche Radio Mosca. Anche perché d’inverno, la sera , nel paese non vi era alcun ritrovo, all’infuori delle tre o quattro osterie vocianti, che puzzavano di fumo e di vino. 
   Anche le radio erano scarse, perché costosissime per le possibilità dei paesani, tanto che alcuni giovanotti tentavano di costruirsele a galena. Infatti le radio erano quelle della sede del fascio, dell’agricoltura, del comune, ecc. e qualcuna posseduta privatamente da qualche benestante.
     Mio fratello mi portava ad ascoltare quella dell’ufficio di collocamento, che era situato in un sottoscala. Sembravamo un gruppetto di cospiratori, messi dentro quella stanzetta nascosta. Invece il titolare dell’ufficio era un fascista, che nelle adunate e nei cortei vedevo entusiasta con la camicia nera e il fez.
        Dopo che eravamo entrati nell’ufficio, un po’ sul tardi, dopo chiusa la porta, ci ammoniva, soprattutto rivolgendosi a me che ero ragazzo, di non riferire i nostri ascolti, e poi sintonizzava l’apparecchio  su Radio Londra. Ascoltavamo per un po’ il colonnello Stivens, più raramente Umberto Calosso e anche i messaggi speciali, che potevano sembrare stupidi e che invece erano messaggi di guerra segreti.   Più tardi si sintonizzava con qualche fatica su Radio Mosca. Questo specialmente nell’inverno del 1939, quando era scoppiata la guerra tra la Russia e la Finlandia.
   Non so più dire che sentimenti si provavano veramente ascoltando sia Radio Londra che Radio Mosca. La cosa più certa era la paura di essere scoperti e denunciati almeno come contravventori alle severissime leggi che proibivano l’ascolto di tali stazioni radio. Ma non se ne seppe mai niente.

Nessun commento:

Posta un commento